Bambini e apprendimento: individuazione precoce delle difficoltà
Il rendimento scolastico dei nostri bambini e ragazzi è da sempre uno dei maggiori pensieri per i genitori.
“Mio figlio andrà bene a scuola? Otterrà buoni voti? Sto facendo il possibile per aiutarlo negli apprendimenti?” Queste sono solo alcune delle domande che si pongono i genitori in merito al percorso scolastico dei propri figli.
Appare opportuno a questo punto precisare che le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA[1] precisano: “è importante identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e riconoscere i segnali di rischio già nella scuola dell’infanzia”.
Ebbene si! È possibile effettuare dei controlli in età precoce, rispetto a quella per la diagnosi, per identificare eventuali deficit che potrebbero portare a problemi nell’apprendimento. Qualora da questi esami precoci venissero fuori delle difficoltà sarebbe possibile adottare dei training di potenziamento delle abilità deficitarie in modo da prevenire, se possibile, ricadute maggiori sugli apprendimenti.
Sempre nelle linee guida sopra citate si evince che per individuare un alunno con potenziali problemi si può far ricorso alle osservazioni che gli insegnanti ricavano dalla loro attività quotidiana nel contesto classe e/o strumenti appositi somministrati da personale specializzato (medici, psicologi, logopedisti).
Per individuare precocemente i problemi negli apprendimenti si possono valutare predittori e prerequisiti.
I predittori sono quelle abilità che quando deficitarie indicano che con una buona probabilità ci sarà un deficit negli apprendimenti; vengono solitamente valutati precocemente intorno ai 5 anni e risultano deficitari anche negli adulti che presentano DSA. I tre predittori principali sono:
- Denominazione rapida (RAN)
- Memoria di lavoro (WM)
- Consapevolezza fonologica (PA)
In merito a quest’ultimo predittore, risulta essere una capacità che si sviluppa subito dopo aver acquisito in maniera stabile il linguaggio; infatti sempre le stesse linee guida indicano come il linguaggio sia il miglior predittore delle difficoltà di lettura.
I prerequisiti sono delle abilità che precedono lo sviluppo di una capacità successiva; questo significa che allenando un prerequisito si avrà una buona probabilità di migliorare lo sviluppo dell’abilità successiva. Tra questi si evidenziano:
- Abilità linguistiche - metafonologiche
- Abilità visuo-motorie
- Abilità attentive
- Funzioni esecutive
La valutazione dei prerequisiti può avvenire all’ultimo anno della scuola dell’infanzia o comunque prima dell’ingresso alla classe prima della scuola primaria. È stato proposto un protocollo[2] che comprende la valutazione delle abilità metafonologiche globali, le abilità visuo-percettive e quelle visuo-spaziali attentive.
Mentre in merito all’individuazione precoce dei disturbi di apprendimento nella classi seconda e terza della scuola primaria sono stati proposti attraverso il “progetto Einstein” dei protocolli valutativi differenziati. Ad inizio classe seconda si valuterà il dettato di parole/non parole, la comprensione del testo, calcolo e conoscenza numerica. Invece ad inizio classe terza si valuterà il dettato di brano, comprensione del testo, calcolo e conoscenza numerica.
I protocolli brevemente descritti vengono somministrati da personale specializzato che si occuperà poi di fare anche un’adeguata restituzione dei risultati alla famiglia.
È quindi opportuno per i genitori interessati rivolgersi a personale sanitario quali, logopedisti e psicologici specializzati in disturbi d’apprendimento.
Dott. Mirko Fabrizio
Logopedista a Latina
[1] MIUR (2011), Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento
[2] Benassi et al (a cura di) - Erickson (2017), Percorsi di ricerca-azione. Lo screening dei prerequisiti. Progettazione e valutazione per un intervento efficace nella scuola dell’infanzia